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I bambini orfani di Mwangaza sono in mani amorevoli. Il report dell’importante missione in Kenya

Le Mama e tutti gli operatori si prendono buona cura di loro. Sono stati proprio i bambini a raccontarcelo, con un sorriso spontaneo sulle labbra. Durante la missione che si è svolta alla fine del 2022 a Mwangaza, in Kenya, gli instancabili volontari Antonella e Nicola, hanno respirato un’atmosfera di serenità, collaborazione e operatività. Questo nonostante le enormi difficoltà che tutto il paese, e in particolare questa area del Kenya, sta attraversando: grave siccità, forte aumento dei prezzi dei beni primari e un un indice di povertà estrema che, secondo il Comprehensive Poverty Report delle Nazioni Unite tocca ancora il 53% della popolazione. Dalle visite mediche effettuate, i minori ospiti della Casa di accoglienza di Mwangaza sono in uno stato generale di buona salute e non presentano quindi segni di malnutrizione, fatta eccezione per un ragazzino arrivato da poco che presentava grandi ustioni di terzo grado. Prima del suo arrivo era stato bruciato con la benzina. Per lui stiamo organizzando visite in strutture mediche idonee, anche per valutare eventuali interventi di chirurgia plastica. Faremo il possibile, anche grazie al vostro aiuto. Quel che è certo è che ora è al sicuro.

Una nuova sartoria per dare forma al futuro
In collaborazione con l’Associazione Ape Clotilde, negli spazi della Casa di accoglienza è stato realizzato un piccolo laboratorio di sartoria. L’obiettivo, da un lato, è quello di permettere alle Mama di essere più indipendenti per i piccoli lavori di riparazione, coinvolgendo anche le ragazze più grandi.

Contemporaneamente, sarà anche avviato un corso di sartoria base perché questo mestiere possa un diventare una fonte di sostentamento.
L’arredamento e il materiale necessario è stato già consegnato, a breve aspettiamo di ammirare le loro creazioni.

La casa dei bambini va trattata con cura
Si sono resi necessari dei lavori di ristrutturazione, prontamente iniziati.
Grazie ai fondi messi a disposizione dalla Fondazione Giaffreda Onlus, è stato avviato il ripristino delle facciate esterne e interne, così come la tinteggiatura dei locali.
Il generatore di corrente non era più funzionante ed è stato riparato, senza non si può stare, e siamo soddisfatti anche per la costruzione del nuovo magazzino per la corretta gestione dei rifiuti.
Nuovi materassi stanno rendendo le notti dei bambini più confortevoli e tutto il materiale scolastico necessario è pronto per essere utilizzato con entusiasmo. 

La vita dei grandi: la visita ai ragazzi usciti dalla Casa dei bambini per limiti di età
Nicola e Antonella hanno cercato e trovato Kennet, che oggi ha 21 anni e sta frequentando l’ultimo anno della scuola superiore con discreti risultati. Insieme a lui vivono il padre e uno dei fratelli.
Oscar non era a casa, ma sappiamo per certo che il suo rendimento scolastico è davvero degno di nota, anche se vive in una capanna di fango e paglia con un tetto in condizioni precarie.
Oscar però ha carattere e continua a giocarsi bene le sue carte.
La famiglia di Rita invece è in grosse difficoltà economiche, lei ha terminato la seconda superiore ma mancano i soldi per continuare. Ha superato l’esame di fine anno, purtroppo però, non avendo pagato la retta scolastica, questo risultato importante, non le è stato riconosciuto.

Il pollaio che cresce
Dieci galline e altrettanti pollastrelli crescono nel pollaio adiacente alla Casa dei bambini e regalano uova. Anche gli animali sembrano stare bene, il mangime specifico e gli integratori sono stati acquistati, così come degli antibiotici per scongiurare la diffusione di eventuali malattie.
Va detto che la realizzazione del pollaio si è dimostrato un valido supporto per la vita quotidiana.

Il progetto è sano e deve continuare così! Puoi aiutarci anche tu, se lo vuoi
Vogliamo curare al meglio il ragazzino ustionato con crudeltà, sostenere Rita nel suo percorso di studi, insegnare alle ragazze il mestiere di sarta perché possano costruirci un lavoro.
Nuovi bambini continuano ad arrivare nella struttura, presi dalla strada perché abbandonati a loro stessi.
E’ vero, data la situazione, il progetto è sano, ma le difficoltà e i bisogni sono molto più grandi.

Aiuta anche tu i bambini orfani di Mwangaza

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